Non ho mai commerciato in nulla delle cose che ho raccolto e ci tengo a precisarlo. Per questo motivo tante persone mi consegnano oggetti a loro cari perché non hanno un seguito famigliare o perché sanno che i loro ricordi non vanno tra gli oggetti dei mercatini. Tra le altre cose mi onoro di avere avuto in consegna dalla signora Bruna, moglie del bravissimo cabarettista Renzo Gallo, la sua chitarra ed un curioso strumento a fiato che col suo suono ha rallegrato centinaia di persone nel suo Minicabaret.
Il cantautore e cabarettista Lorenzo Gallo (Settimo Torinese, 1928 – Torino, 2012), figlio di genitori pugliesi originari della provincia di Bari, da giovane impara da autodidatta a suonare il violino; passa poi alla batteria, strumento che gli consente di iniziare a suonare in alcune orchestre, fino ad entrare negli anni Cinquanta nel complesso di Nini Rosso, esibendosi dapprima al Lutrario a Torino e poi in tournée in Giappone, suonando con Duke Ellington.
Negli anni Sessanta apre a Torino un locale, il Minicabaret, in corso Unione Sovietica, che diventa un riferimento per gli spettacoli cittadini di cabaret, ospitando artisti come Carlo Dapporto, Renato Rascel, Corrado, pubblica dischi per l’etichetta Il Falò, del gruppo Cedi, e dà vita ad una serie di spettacoli dove alterna canzoni di sua composizione con cover di canzoni per lo più francesi tradotte in piemontese (come Le déserteur di Boris Vian che diventa Monsû car general o La complainte de la Butte di Jean Renoir, in piemontese Ma gnanca n’can) e testi recitati in piemontese e pugliese.