Siamo agli inizi degli anni Ottanta e con l’aiuto logistico del caro amico “Masino” (che ora purtroppo non c’è più ma per il quale mantengo un ricordo di tanta gratitudine) acquisto un “testa calda” Landini 25 nella zona del Monferrato.
Tratto prezzo e quando mi presento per il carico conosco personalmente una coppia di bei vecchietti contadini che mi colpiscono subito per la loro dolcezza e per il modo così soave di parlarmi.
Ciao Giorgio diceva lei, ciau Giorgio diceva lui, sì, perché il trattore l’aveva acquistato il loro figlio, il loro Giorgio che per un fatale incidente di macchina non c’era più.
Non lo carico, lasciamo tutto come prima dico e mi scappa un abbraccio spontaneo, sincero, affettuosissimo nei riguardi di queste persone conosciute, così, al momento. Ora il trattore è tra le mie cose più care e come mi è stato raccomandato è al centro delle mie cure.
Attualmente, a distanza di tanti anni, quando a voce racconto questa esperienza mi viene un groppo in gola e stento a continuare.
Anche nello scrivere mi emoziono perché quelle due splendide creature figlie di un mondo contadino ormai finito, con la partenza del trattore vedevano un ulteriore distacco dal loro mondo e dai loro affetti.
Fantastico!